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Vertice
a Parigi Un piano B per salvare la Libia Il vertice all’Eliseo
fra Francia ed Italia, Hollend e Renzi protagonisti, ha assunto una
particolare importanza per la crisi libica ed ucraina, oltre alle consuete
questioni economiche. Renzi ha spiegato ai giornalisti che non è all'ordine
del giorno “un intervento di peacekeeping in Libia”. Il presidente del
Consiglio italiano ha considerato importante raggiungere un accordo tra le
fazioni libiche e ha ribadito che “la pace in Libia la possono fare solo i
libici”. Da parte sua, il presidente francese ha detto di apprezzare “gli
sforzi italiani in Libia”. Questo consente di pensare che effettivamente
l’Italia stia aiutando l’Onu a trovare una qualche intesa percorribile fra i
due governi della Regione, per far si che siano loro
a contrastare e fermare sul campo l’espansione dello Stato islamico.
Ovviamente fa piacere che Italia e Francia non si vogliano buttare a
capofitto in un’operazione militare nel deserto; quando lo fecero,
soprattutto la Francia con Sarkozy, nel 2011 i
risultati si sono visti. Poi magari bisognerebbe anche capire perché mai
Holland, invece, ha ritenuto necessario intervenire immediatamente contro la
roccaforte jahdisti a Gao in Mali inviando truppe e bombardando con
l’aviazione, mentre a Sirte no. Ma questi sono i misteri africani della Francia che eludono le nostre comuni possibilità
intellettive. Il problema che ci interessa e crediamo debba interessare anche
l’Europa, oltre che Francia Italia, è cosa si faccia nel caso in cui i due
governi libici restino più propensi a continuare a combattersi fra loro
invece che ad unirsi per combattere l’Is. Per cui la
nostra unica preoccupazione a riguardo è se Italia, Francia, Europa, Onu,
contemplino “un piano B”, nel caso fallisse il piano A, che non è escluso
possa fallire. Perché al momento l’unico piano ulteriore riguardo alla Libia
è quello dell’Egitto e dunque bisognerebbe iniziare a tenerne conto. Se Renzi
ha parlato prevalentemente della Libia, Holland si è concentrato sull’Ucraina
per dire che Francia ed Italia “hanno confermato la necessità del rispetto
del cessate il fuoco senza deroghe e senza ritardi". Anche qui, con
buona pace del presidente francese, dobbiamo constatare che il cessate il
fuoco non è stato rispettato, che vi sono movimenti di truppe al confine, e
che si è combattuto, negli snodi considerati strategici come a Debaltsevo,
strada per strada. In questo caso, visto che il cessate il fuoco non è
rispettato, non chiediamo un piano B per l’Ucraina, in quanto consideriamo
evidente che la comunità europea sceglierà di voltare gli occhi
mentre quelli si scannano, secondo tradizioni proprie della politica
estera occidentale fin dal 1917. Venendo ai temi economici c’erano tutti i
ministri dei due paesi, Renzi si è detto convinto che la politica economica
dell'Europa abbia cambiato direzione, un grande risultato della
collaborazione franco italiana. “Oggi la situazione è positiva”, ha
detto il premier, per il quale ha smesso di piovere, ancora non c'è il sole ma vediamo le prime luci dell'arcobaleno”. Le ragioni
di tanto ottimismo sono dovute al fatto che la
parola crescita è entrata nel vocabolario della Ue. Quando oltre alle questione di lessico vedremo anche qualche risultato
concreto, esulteremo anche noi. Roma, 25 febbraio 2015 |
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